Storia della Delegazione di Catania

Il territorio su cui insiste la Delegazione di Catania è ricco di memorie melitensi. Infatti in questa porzione della Sicilia centro-orientale avevano sede numerose istituzioni dell’Ordine; inoltre vi si incrociavano i percorsi che conducevano cavalieri e pellegrini all’imbarco per la Terrasanta, in Messina: lungo queste vie sorsero numerosi chiese e hospitalia che prestavano assistenza ai viandanti.
I nuclei principali si possono riconoscere in alcune antiche commende.
Anzitutto quella di S. Giovanni di Fleri di Catania, di camera priorale, accanto alla quale sorgeva il palazzo del commendatore: della antica chiesa rimane solo il portale laterale a sesto acuto.
A Caltagirone esisteva la commenda di S. Maria del Tempio, antico possedimento templare, con la chiesa dedicata al Santo protettore dell’Ordine e il palazzo del commendatore; in prosieguo di tempo in città vennero erette altre due commende, quella della Saracena (1637), tuttora esistente, e la Bonanno (1639).
La commenda di Piazza (Armerina) è una delle più antiche e importanti: aveva sede nella chiesa di S. Giovanni Battista, che tuttora si può considerare uno dei più insigni monumenti melitensi in Sicilia, con annesso palazzo del commendatore. Da questa istituzione dipendevano le grange di Aidone, ove si conserva ancora la chiesa di S. Giovanni Battista, Castrogiovanni (odierna Enna), Gangi con la chiesa del Santo protettore dell’Ordine, Licata. A Piazza aveva sede anche la commenda di S. Giuseppe Barberino, riservata ai cappellani (1629).
A Paternò sorgeva la commenda S. Giovanni Battista, di camera priorale, cui fu aggregato nel 1404 l’importante feudo di Schettino.
La commenda di Randazzo venne assorbita in quella di Modica, insieme alle proprie dipendenze di Nicosia, Agira, Adrano, Gratteri.
Oltre alle istituzioni appartenenti direttamente all’Ordine di Malta, esistono numerose altre testimonianze della presenza dei cavalieri: come ad esempio la monumentale chiesa madre di Pedara, o i numerosi dipinti, stemmi, palazzi nobiliari, monumenti funebri di membri della Sacra Religione Gerosolimitana.
Tra le presenze giovannite più significative è quella di uno degli otto antichi Santi e Beati, il Beato Gerlando d’Alemagna, commendatore di S. Maria del Tempio in Caltagirone: qui, nella chiesa di S. Giacomo, sono conservate le Sue reliquie, tra cui quella del capo racchiusa entro una preziosa teca argentea medievale. La ricorrenza del Beato viene memorata dalla Delegazione il 19 giugno di ogni anno con una solenne Celebrazione Eucaristica; il 25 maggio 2009 S.A.E. il principe e Gran Maestro Fra’ Matthew Festing, dopo aver visitato la chiesa commendale di Piazza Armerina, si è raccolto in preghiera sulle reliquie del Beato Gerlando nella chiesa di S. Giacomo in Caltagirone.
Nel 1804 a Catania si stabilì la sede dell’Ordine, che il Gran Maestro Giovan Battista Tommasi trasferì da Messina: il convento, i tribunali, la cancelleria e gli archivi superstiti vennero collocati nel monastero di S. Maria di Nuovaluce, ove rimasero fino al 1826, anno in cui il convento si trasferì a Ferrara. Logorato dall’insuccesso dei tentativi di recuperare la sovranità su Malta il Gran Maestro Tommasi si spense il 13 giugno 1805 nella città etnea, e venne sepolto nella cattedrale.
Numerosi cadetti delle famiglie di questa parte di Sicilia hanno militato tra i cavalieri dell’Ordine, e molti tra essi hanno lasciato memoria negli annali melitensi per virtù caritatevoli, eroismo militare e capacità di governo: ricordiamo tra i tanti il Balì Giuseppe D’Andrea da Caltagirone († 1771), o il catanese Fra’ Ernesto Paternò Castello dei duchi di Carcaci, Luogotenente generale del SMOM dal 1955 al 1962.
Il territorio su cui insiste la Delegazione Granpriorale di Catania è ricco di memorie melitensi. Infatti in questa porzione della Sicilia centro-orientale avevano sede numerose istituzioni dell’Ordine; inoltre vi si incrociavano i percorsi che conducevano cavalieri e pellegrini all’imbarco per la Terrasanta, in Messina: lungo queste vie sorsero numerosi chiese e hospitalia che prestavano assistenza ai viandanti. 

I nuclei principali si possono riconoscere in alcune antiche commende.

Anzitutto quella di S. Giovanni di Fleri di Catania, di camera priorale, accanto alla quale sorgeva il palazzo del commendatore: della antica chiesa rimane solo il portale laterale a sesto acuto.

A Caltagirone esisteva la commenda di S. Maria del Tempio, antico possedimento templare, con la chiesa dedicata al Santo protettore dell’Ordine e il palazzo del commendatore; in prosieguo di tempo in città vennero erette altre due commende, quella della Saracena (1637), tuttora esistente, e la Bonanno (1639).

La commenda di Piazza (Armerina) è una delle più antiche e importanti: aveva sede nella chiesa di S. Giovanni Battista, che tuttora si può considerare uno dei più insigni monumenti melitensi in Sicilia, con annesso palazzo del commendatore. Da questa istituzione dipendevano le grange di Aidone, ove si conserva ancora la chiesa di S. Giovanni Battista, Castrogiovanni (odierna Enna), Gangi con la chiesa del Santo protettore dell’Ordine, Licata. A Piazza aveva sede anche la commenda di S. Giuseppe Barberino, riservata ai cappellani (1629).

A Paternò sorgeva la commenda S. Giovanni Battista, di camera priorale, cui fu aggregato nel 1404 l’importante feudo di Schettino.

La commenda di Randazzo venne assorbita in quella di Modica, insieme alle proprie dipendenze di Nicosia, Agira, Adrano, Gratteri.

Oltre alle istituzioni appartenenti direttamente all’Ordine di Malta esistono numerose altre testimonianze della presenza dei cavalieri: come ad esempio la monumentale chiesa madre di Pedara, o i numerosi dipinti, stemmi, palazzi nobiliari, monumenti funebri di membri della Sacra Religione Gerosolimitana.

Tra le presenze giovannite più significative è quella di uno degli otto antichi Santi e Beati, il Beato Gerlando d’Alemagna, commendatore di S. Maria del Tempio in Caltagirone: qui, nella chiesa di S. Giacomo, sono conservate le Sue reliquie, tra cui quella del capo racchiusa entro una preziosa teca argentea medievale. La ricorrenza del Beato viene memorata dalla Delegazione il 19 giugno di ogni anno con una solenne Celebrazione Eucaristica; il 25 maggio 2009 S.A.E. il principe e Gran Maestro Fra’ Matthew Festing, dopo aver visitato la chiesa commendale di Piazza Armerina, si è raccolto in preghiera sulle reliquie del Beato Gerlando nella chiesa di S. Giacomo in Caltagirone.

Nel 1804 a Catania si stabilì la sede dell’Ordine, che il Gran Maestro Giovan Battista Tommasi trasferì da Messina: il convento, i tribunali, la cancelleria e gli archivi superstiti vennero collocati nel monastero di S. Maria di Nuovaluce, ove rimasero fino al 1826, anno in cui il convento si trasferì a Ferrara. Logorato dall’insuccesso dei tentativi di recuperare la sovranità su Malta il Gran Maestro Tommasi si spense il 13 giugno 1805 nella città etnea, e venne sepolto nella cattedrale.

Numerosi cadetti delle famiglie di questa parte di Sicilia hanno militato tra i cavalieri dell’Ordine, e molti tra essi hanno lasciato memoria negli annali melitensi per virtù caritatevoli, eroismo militare e capacità di governo: ricordiamo tra i tanti il Balì Giuseppe D’Andrea da Caltagirone († 1771), o il catanese Fra’ Ernesto Paternò Castello dei duchi di Carcaci, Luogotenente generale del SMOM dal 1955 al 1962.

La carica di Delegato è stata ricoperta, nell’ordine, da Don Giovambattista Paternò, Duca di Roccaromana e Marchese del Toscano, Balì Gran Croce di Onore e Devozione in Obbedienza; quindi da Don Riccardo Paternò dei Marchesi del Toscano, Cavaliere di Gran Croce di Onore e Devozione in Obbedienza; a questi successe il figlio Don Massimo, Cavaliere di Gran Croce di Onore e Devozione in Obbedienza;  seguito dall’attuale Delegato, Nobile Ferdinando Testoni Blasco, Cavaliere di Gran Croce di Onore e Devozione in Obbedienza.