Storia della Delegazione di Messina

Fra' Andrea Minutolo, illustre rappresentante messinese dell’Ordine, attribuisce la fondazione della sede del Gran Priorato di Messina al passaggio di alcuni amalfitani che, nel 1070, dopo la fondazione dell'Ospedale di Gerusalemme, eressero una grancia (deposito) per immagazzinare mercanzie e un piccolo ospedale per i pellegrini aggregandolo alla chiesa di San Giovanni Battista, costruita, secondo la tradizione, da San Placido nel VI secolo, e adiacente alla chiesa il palazzo del Gran Priorato. Lo sviluppo di questo primo nucleo di terreni ed edifici dell’Ordine si dovette in buona parte a Ruggero il Normanno che, nel 1136, elargì terreni e cospicue rendite oltre a esenzioni e franchigie. E’ da considerare che le prime fondazioni dell’Ordine sono tutte collocate nei porti con rotte verso la Terrasanta: Messina, Taranto, Otranto, Bari, Pisa e Asti, luoghi individuati da una Bolla pontificia del 1113 con cui Pasquale II approva e conferma i possedimenti tenuti dai Cavalieri Gerosolimitani. Si registra quindi una fittissima rete di «luoghi gerosolimitani» in tutta Europa, in diretto contatto con il lontano mondo orientale. Messina fu la prima fondazione fuori da  Gerusalemme e il Priorato di Messina fu il primo Priorato dell’Ordine di Malta ed uno dei più importanti della Lingua d’Italia, e la sua sede fu sempre affidata a personalità di rilievo dell'Ordine. Nel 1118 papa Gelasio II riformò la sede di Gerusalemme, ed in quell’occasione la sede messinese si aggregò ad essa. E’ da rilevare come fino alla metà del 1300, quando venne istituito il Priorato di Capua, i possedimenti calabresi dell’Ordine dipendessero da Messina. Questo legame tra Messina e l’Ordine di Malta è stato praticamente ininterrotto dalla fondazione fino, possiamo dire, ai nostri giorni. Nel 1523 quando dopo la perdita dell’isola di Rodi il Gran Maestro e ciò che rimaneva dell’Ordine ripararono a Messina, senza risorse, furono sostenuti dalla città tutta che, quando di lì a poco scoppiò la peste, forse portata dalle stesse navi dell’Ordine e dai profughi, soccorse gli ammalati e raccolse denaro sufficiente per consentire al Gran Maestro ed alla flotta di ripartire. Questa sosta rappresenta un momento politicamente importante per l’Ordine, che da Messina tratta con il Papa richiedendo una nuova sede. La richiesta sarà esaudita di li a poco, nel 1530 con la donazione dell’isola di Malta da parte dell’Imperatore. Legati alla presenza dell’Ordine anche i lavori di riassetto urbano di Messina nel XVI secolo voluti dall’Imperatore Carlo V, che vedeva in questa città il punto debole dell’intero sistema difensivo della Sicilia e dell’isola di Malta. Le opere di fortificazione di Messina consentiranno peraltro di raccogliere qui la flotta per la battaglia di Lepanto. Il famoso ingegnere militare del Re di Spagna Carlo III, Carlos de Grünenberg, progetta e costruisce a Messina, roccaforte dell’Ordine, la cittadella nel 1679, ed a Malta negli anni che vanno dal 1681 al 1690 lavora alle fortificazioni, e quindi muore a Messina nel 1696 venendo sepolto nella chiesa di San Giovanni dei Gerosolimitani. E’ significativo inoltre che nella Chiesa di San Rocco a Valletta è conservata la reliquia di San Placido, donata dalla chiesa di San Giovanni Battista di Messina nel 1589 a testimonianza di un rapporto diretto e rilevante. Dopo la caduta di Malta nel 1798 Messina ha brevemente ospitato il governo dell’Ordine in uno dei momenti più difficili della sua storia. In questo delicato frangente divenne Gran Maestro lo zar Paolo I di Russia. Nel 1803, alla sua morte, venne eletto Gran Maestro, proprio a Messina, Frà Giovanni Battista Tommasi da Cortona, che qui risiedette brevemente, per poi trasferire la sede a Catania, nel 1804, per le cattive condizioni del palazzo priorale di Messina, danneggiato dal terremoto del 1783. Il re di Napoli, in questo frangente pensò di restaurare il palazzo priorale e la chiesa annessa facendone il palazzo reale e la cappella palatina. Questa nuova destinazione durò fino al 1860 quando Vittorio Emanuele II lo mise all’asta. Acquistato dalla Provincia divenne Palazzo del Prefetto, la chiesa venne mantenuta e vi veniva regolarmente officiata la messa. E’ un momento politicamente difficoltoso per l’Ordine, che però nel 1839 ottiene nuovo appoggio da Ferdinando II di Borbone che crea il Gran Priorato di Napoli e Sicilia riunendo in esso i precedenti Gran Priorati di Sicilia, Capua, Barletta ed il baliaggio di Napoli. Nonostante l’accaduto l’Ordine continuava a godere di grande prestigio a Messina. E ancora oggi la città ricorda il soccorso immediato prestato dall’Ordine in occasione del disastro del 1908, che entro dieci giorni dal terremoto realizzò un ospedale attrezzato ed efficiente. Il palazzo priorale di Messina purtroppo venne demolito dopo il terremoto del 1908 lasciando il posto all’attuale Prefettura, ed anche la chiesa di San Giovanni subì la stessa sorte. Infatti se ne conserva solo una piccola parte, risparmiata perché ospitante le reliquie di Santi martiri messinesi. Nel 1919 si registra una riorganizzazione della struttura dell’Ordine che porta alla nascita delle Delegazioni. Messina è sede della Delegazione per la Sicilia Orientale, retta da Don Salvatore Marullo Principe di Castellaci e dopo di lui dal Barone don Carlo Marullo di Condojanni e quindi, nel 1946, dal barone Salvatore de Lisi. Quindi occupò tale carica il Cav. di Giustizia Frà Vittorio Marullo di Condojanni al quale si devono i lavori di risistemazione della chiesa e delle reliquie dei santi in essa conservate e l’istituzione dei corsi di primo soccorso tenuti dall’Ordine a Messina. In questa attività di organizzazione di corsi di primo soccorso si spenderà con grande successo anche Frà Giulio Ernesto Calapaj, delegato dal 1982 al 1984. Dal 1984 al 2018 ha assunto la carica di delegato il Conte Don Carlo Marullo Conte di Condojanni Principe di Casalnuovo, onorando la “tuitio fidei ed obsequium pauperum”, millenario motto dell’Ordine, e promuovendo le opere, la cultura, l’arte ed il territorio messinese legato alla presenza dell’Ordine. Dal 2011 ha assunto la carica di delegato il Nobile Giuseppe Romeo Vagliasindi dei Baroni di Suttafari, Professore Emerito di chirurgia pediatrica da sempre impegnato in prima persona nelle attività promosse dall’Ordine a Messina. A lui succede di nuovo nel 2017 l'Amb. C.te don Carlo Marullo di Condojanni P.pe di Casalnuovo, già Gran Cancelliere dell'Ordine, cui si deve l’attività di mensa serale alla stazione ferroviaria di Messina per i meno fortunati, e la fondazione del "Museo dei Cavalieri" nel Palazzo Priorale di Rodì Milici, con progressione delle attività benefiche in favore delle nuove povertà derivate dal periodo Covid anche con ingenti aiuti mandati al Gran Priorato di Napoli e Sicilia in favore della popolazione Ucraina, così duramente colpita dalla guerra.

Daniela Pistorino

Bibliografia

A. Minutolo, Memorie del Gran Priorato di Messina, 1699.

Carlo Marullo di Condojanni, La Sicilia ed il Sovrano militare ordine di Malta, ed. Grafiche “La Sicilia”, Messina, 1953

A. Luttrell, Templari e Ospitalieri in Italia, in Templari e Ospitalieri in Italia: la chiesa di San Bevignate a Perugia, a cura di M. Roncetti, P. Scarpellini, F. Tommasi, Milano 1987

T. Pugliatti, Messina nella seconda metà del secolo XVII. Le chiese, le strade, gli edifici monumentali, e  La scultura e la pittura a Messina nei secoli XVI e XVII , in Messina, il ritorno della memoria, ed. Novecento, Palermo1994

L’Ordine di Malta ed il tempio di San Giovanni Gerosolimitano a Messina, documenti e memorie, a cura della Delegazione Granpriorale di Messina del Sovrano Militare Ordine di Malta, 1998

Viviana Ferrano e Davide Longhi, Insediamenti d’ultramare: appunti per un’analisi territoriale, in Lungo il tragitto crociato della vita, Marsilio - Editoriale Generali, Venezia 2000.